Testimonianza di una pellegrina lucchese in Spagna
Una grande intuizione ha avuto chi, nel 2001, ha fondato a Fidenza (Parma) l'Associazione Europea delle Vie Francigene, poi approvata dal Consiglio d'Europa; e, dal 2015, si è avviata la candidatura della Via a patrimonio dell'Unesco. Ed è proprio a Fidenza che quest'anno si terrà la prima edizione del Francigena Fidenza Festival, evento internazionale a fine della prossima settimana – nei giorni 17, 18 e 19 -, dedicato sia alla Francigena che ai Cammini d'Europa (diversi i nomi di spicco che saranno presenti, fra i quali Cardini, Stopani, Caucci Von Sauken, conosciuti bene anche a Lucca, dove presto ci sarà una importante iniziative culturale). Ogni anno verranno ospitati due Cammini (italiano ed europeo), per questa edizione la scelta continentale è caduta, e non poteva essere altrimenti, sul Cammino di Santiago de Compostela, in Spagna, il pellegrinaggio più famoso d'Europa, che proprio quest'anno celebra il suo Anno Santo: quando il 25 luglio cade di domenica.
Cogliamo l'occasione per ricordare che la festa di S. Giacomo stavolta ha riunito la Spagna e la Toscana, Santiago e Pistoia, dove sono custodite le reliquie del martire. L'evento della Galizia è stato esteso a Pistoia per decisione di papa Francesco che ha accolto la richiesta del Vescovo Tardelli (quest'anno è consentito dunque di ottenere l'indulgenza plenaria attraversando la Porta Santa della Cattedrale pistoiese). Molti i lucchesi che nel tempo hanno percorso il Cammino spagnolo; oggi pubblichiamo la testimonianza del viaggio recente di una giovane capannorese, di Lunata: Mariam Urbani.
“Pellegrina in ciabatte”
Questa estate, da pellegrina ho affrontato il “camino de Santiago”. Il Cammino di Santiago de Compostela è una delle vie di peregrinazione più importanti della storia, e la città è considerata la terza città santa per la cristianità dopo Gerusalemme (da cui tutto partì) e Roma. Divenne così importante nel Medioevo, con un massimo splendore tra i sec. XI°-XIII°, che il termine pellegrino (come cita Dante nella Vita Nova) divenne sinonimo del viandante che si dirigeva a Santiago. Ad oggi esistono molteplici cammini che raggiungono la città di Santiago, io ho deciso di intraprendere il “camino del norte” che segue la costa nord spagnola. Il mio cammino è durato un mese, iniziato il 24 giugno, procedendo in solitaria mediamente tra i 20 e i 30 km al giorno. L'obiettivo era arrivare alla cattedrale di Santiago de Compostela per la festività di San Giacomo apostolo, festeggiato dalla chiesa Cattolica il 25 luglio. Obiettivo che ho raggiunto, ma non senza fatica.
Sono sempre molteplici le motivazioni che possono spingere a intraprendere il cammino. Durante il mio percorso ho conosciuto diversi pellegrini e, parlando, sono venute fuori diverse motivazioni: Luìs, a 80 anni, lo fa da solo da sette anni, dalla morte di sua moglie, come tradizione per mantenere vivo il suo ricordo; Gorka, 39 anni, per mantenere una promessa fatta dopo essere uscito da una relazione tossica; Luisa e Marie, 29 e 30 anni, perché vivono in città diverse e questo è un viaggio che fanno insieme per aggiornarsi e continuare la loro amicizia; Cloe e Christian, 21 e 28 anni, per nutrire la loro relazione di coppia e affrontare nuove sfide insieme; Daniel, 62 anni, per liberarsi di ricordi dolorosi...
Anche per quanto mi riguarda sono diverse le motivazioni che mi hanno portato ad intraprendere questa iniziativa, ma le principali ruotavano attorno alla necessità di poter realizzare un viaggio interiore. Il cammino mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee e riflettere sulle mie priorità nella vita; volevo sfidare me stessa mettendo alla prova le mie capacità fisiche e mentali, riscoprendo la forza di volontà che nel quotidiano spesso rimane silente. Sarebbe stato un momento di esplorazione e riconoscimento dei miei schemi mentali e comportamentali, della mia personalità e del confronto di questa con la percezione che gli altri hanno di me. Volevo raggiungere l'obbiettivo che mi ero prefissata, vederne concretamente l'avanzamento passo dopo passo. A volte nella quotidianità si intraprendono delle scelte su cui non riflettiamo, non diamo peso alla direzione che stiamo prendendo, ci lasciamo trasportare dagli eventi o ci lasciamo condizionare dalle persone intorno a noi. Ma se facessimo attenzione alle piccole scelte quotidiane, quali di queste favorirebbero il raggiungimento di qualcosa che ci sta a cuore? Quale sarebbe il primo piccolo passo per raggiungere ciò che è importante per me?
Durante questo viaggio ho sempre avuto chiara la meta che volevo raggiungere e questo mi ha aiutato anche quando pensavo di dover mollare tutto. Le prime due settimane di cammino sono state le più difficili: testare il peso dello zaino e le ripercussioni sulla stanchezza; abituare il mio corpo a camminare ogni giorno per lunghe distanze; andare avanti nella direzione corretta; riconoscermi e prendere cura di me, di corpo e mente; allontanare pensieri e preoccupazioni riguardo l'affrontare qualcosa di ignoto. Lo zaino doveva essere leggero. Tutto ciò che porti sulle spalle può limitare il tuo corretto avanzamento sul cammino. Tutte le cose superflue vanno lasciate andare. Tutto quello che gli altri ti addossano e tutto quello che le tue paure vogliono trattenere deve essere lasciato andare per tenere spazio solo alle tue reali necessità, alle risorse che ti sono di aiuto. Cosa mi è utile nel presente?
La meta era da raggiungere nei tempi prestabiliti, nonostante la stanchezza dovevo continuare ad avanzare. Ogni giorno era diverso: qualche dolore scompariva, qualche dolore appariva e qualche dolore si sommava ad altri precedenti, ma la forza di volontà è stata ciò che mi ha fatto continuare ad andare avanti. Molto spesso il limite che ci poniamo è solo mentale ancora prima di impegnarci: “Non posso farcela...”, “Non sono capace...”, “Per me è troppo...”. Provando ad affrontare le proprie paure e tentando di fare qualcosa che sentiamo sia meglio per noi possiamo sperimentare noi stessi ed accorgerci che spesso la paura è l'unico vero ostacolo che ci impedisce di realizzare le nostre volontà. Avere una meta non sempre basta per riuscire a raggiungerla. Dobbiamo notare i segnali che possono farci raggiungere l'obiettivo, ogni giorno, per riuscire. Ogni giorno dovevo prestare attenzione ai segnali che incontravo lungo la strada. Ogni giorno dovevo scoprire dove sarebbe stato il prossimo aiuto. Potevano essere cartelli direzionali, mattonelle sui muri delle case, frecce gialle dipinte sugli alberi, frecce gialle dipinte sull'asfalto... A volte erano ben visibili, a volte si notavano a fatica. Prestare attenzione ai segnali intorno a noi ci è d'aiuto per trovare la via che vogliamo percorrere. Ogni giorno è un'occasione distinta di crescita ed avanzamento, allenare i propri occhi a notare i piccoli cambiamenti nella vita quotidiana ci aiuta a perseguire la via che vogliamo percorrere.
Non so quante volte mi sono persa, quante volte ho fatto scelte sbagliate e quante volte mi sono fidata degli altri senza che questo potesse essermi d'aiuto. Durante il cammino riconosci te stesso, i tuoi schemi comportamentali, le tue abitudini, i lati del tuo carattere che ti piacciono e quelli che invece vorresti cambiare. A volte commetti gli stessi errori di sempre e quando degli sconosciuti ti dicono frasi che senti da una vita ti rendi conto che probabilmente hai ancora molto su cui lavorare. Prendersi cura del proprio corpo, ascoltando i dolori di ogni giorno è necessario per poter continuare il tuo viaggio. Prendersi cura di sé è volersi bene, è imparare ad accettare le proprie imperfezioni e perdonarsi gli errori commessi. Intraprendere questa sfida mi ha fatto capire l'importanza della fiducia. Camminare verso l'ignoto comporta la necessità di avere un certo grado di fiducia: fiducia in se stessi, fiducia negli altri che potremmo trovare intorno a noi, fiducia nel futuro riguardo ciò che mi può accadere al di fuori della mia volontà. Ho riscoperto la fiducia in me stessa affrontando diverse prove, dalle più banali alle più difficili, che non immaginavo di riuscire ad affrontare. Ho riscoperto la fiducia negli altri quando, per esempio, ho avuto bisogno di aiuto ed ho avuto il coraggio di chiederlo, oppure quando in una chiacchierata mi sono messa in ascolto e in discussione. Ho riscoperto la fiducia nel futuro perché più andavo avanti e più mi convincevo del fatto che qualunque cosa mi sarebbe accaduta non sarebbe mai stata la fine del mondo: per ogni problema esistono migliaia di soluzioni, bisogna solo avere fiducia di poterle provare.
Finalmente dopo un mese di cammino sono riuscita ad arrivare alla meta desiderata: la cattedrale di Santiago de Compostela. L'arrivo in piazza mi fa urlare di gioia, da sola e contemporaneamente insieme a centinaia di altri pellegrini arrivati prima di me, condividendo la dolce sensazione di avercela fatta! La stanchezza lascia il posto alla gioia e alla soddisfazione. C'è un continuo via vai di pellegrini e si riesce a riconoscere ogni nuovo arrivo dalle urla di contentezza che si susseguono frequentemente durante tutto il giorno. La gratitudine è tanta ed è amplificata dalla maestosità dell'altare interno della cattedrale.
Durante il cammino ho incontrato un signore che stava passeggiando con il suo cane. Dopo avermi salutato un po' stranito dalle mie calzature, vedendomi con le ciabatte, mi chiede come sto, gli rispondo che le scarpe con cui ero partita erano troppo strette e avevo bisogno di tenere i piedi più liberi, altrimenti sentivo dolore. Tra una chiacchiera e l'altra, continuando a passeggiare tranquillamente, mi chiede i motivi per cui avevo deciso di intraprendere il cammino. Io, pensando ad una risposta che fosse abbastanza esaustiva e concisa, con il dono della sintesi, gli rispondo che stavo cercando il mio posto nel mondo. Lui, dopo aver fatto un piccolo cenno con la testa in segno di comprensione mi risponde semplicemente: “il tuo posto è proprio qui dove sei”. Continua argomentando la sua frase dicendomi che non è tanto lo spazio fisico da dover trovare, quanto lo spazio mentale. Il tuo posto nel mondo è esattamente dove senti di voler stare. Non importa dove ti trovi, ma con quale atteggiamento di libertà interiore vivi la tua vita. Segui ciò che ti dà energia positiva, che ti fa crescere, che ti sprona ad essere una persona migliore, che ti fa affrontare le tue paure, affidati al futuro, impara le lezioni che la vita ti pone di fronte. Dopo questa breve chiacchierata mi dice che deve proseguire in una direzione diversa dalla mia, allora ringraziandolo mi presento e gli chiedo il nome: “Mi chiamo Santiago, per gli amici Santi.”. Io stupita e ironica gli rispondo: “Wow, sto percorrendo il cammino di Santiago ed ho avuto la possibilità di parlare proprio con Santiago... cosa voglio di più?”.
Questa esperienza mi resterà sempre nel cuore, insieme a tutte le persone con cui ho chiacchierato e condiviso splendidi momenti (tra cui Adelina, Gorka, Daniela e Judith). Voglio mantenere nella mia professione di psicologa lo stesso spirito del pellegrino: ascolto di sé e discriminazione sull'utilità delle proprie scelte; apertura al cambiamento interno ed esterno che è inevitabile e continuo; apertura alla possibilità e fiducia nel futuro a piccoli passi, avanzando verso la meta desiderata. (Mariam Urbani)
Nella Foto: pellegrina lungo uno degli itinerari culturali europei